Negli ultimi anni, si è assistito (finalmente), al risveglio della cultura ambientale e dell’ efficienza energetica.

Le energie rinnovabili, in tal modo, sono andate ben al di là della scarna previsione dettata dall’art. 814 del Codice Civile (“Si considerano beni mobili le energie naturali che hanno valore economico”); esse sono diventate oggetto di numerosi ed espressi provvedimenti legislativi e di politiche di incentivazione statali e comunitarie, il cui fine generale è quello di definire una politica globale di uso razionale dell’energia.

Si potrebbe oramai parlare di “diritto delle fonti rinnovabili” come di una branca del “diritto dell’energia”, a sua volta branca e via di mezzo tra il diritto amministrativo, per i risvolti regolatori ed ambientali e quello civile, per i risvolti contrattualistici e proprietari.

L’installazione di impianti da fonti rinnovabili costituisce un’iniziativa, dal punto di vista strettamente giuridico, molto complessa: vanno considerati, infatti, vari profili connessi alla realizzazione di impianti ad energia alternativa pulita: l’eccessiva e continua emanazione di leggi e norme, la settorializzazione ed eterogeneità normativa, il centralismo e/o decentramento delle competenze legislative ed amministrative, la protezione ambientale, i benefici fiscali, l’ inserimento paesaggistico, i risvolti nella proprietà privata.

continua la lettura su: altalex

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *