Il giudice boccia il redditometro: invade la privacy. E’ stata così accolto il ricorso presentato da un pensionato, che non voleva che “l’Agenzia delle Entrate venisse a conoscenza di ogni singolo aspetto della vita privata”, incluse le spese mediche.

Il Tribunale di Napoli – Sez. Dist. di Pozzuoli ha rilevato che il redditometro determina la soppressione definitiva del diritto del contribuente e della sua famiglia ad avere una vita privata, a poter gestire il proprio denaro, a essere quindi libero nelle proprie determinazioni senza dover essere sottoposto a invadenza del potere esecutivo ed ha quindi ordinato di “non intraprendere alcuna ricognizione, archiviazione, o comunque attività di conoscenza sull’archiviazione dei dati” del contribuente che ha presentato il ricorso, “cessarla se iniziata” e di “distruggere tutti i relativi archivi”. Il Tribunale ha bocciato anche tecnicamente  il redditometro che userebbe infatti come parametro le stime Istat che “nulla ha a che vedere con la specificità della materia tributaria”; per di più,violerebbe anche il diritto di difesa perché “rende impossibile fornire la prova di aver speso meno di quanto risultante dalla media Istat”.

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