La Sentenza n°4706/2011 del 9 Febbraio 2011 della I Sezione Penale della Corte di Cassazione ha suscitato una particolare attenzione, oltre che negli operatori del diritto, anche nell’opinione pubblica, affrontando una problematica assai diffusa.

La suddetta pronuncia, infatti, ha confermato la decisione con cui la Corte d’Appello di Caltanissetta, a causa dell’abbaiare notturno dei rispettivi cani, aveva ritenuto quattro imputati responsabili del reato di disturbo del riposo delle persone, condannandoli alla pena di due mesi di arresto ciascuno, oltre al pagamento delle spese processuali.

Secondo gli imputati, la colpa e la condanna doveva ricadere solo sul proprietario del cane colpevole di aver scatenato il fastidioso coro, fatto che nei precedenti gradi di giudizio non era stato accertato; per questo chiedevano l’assoluzione.

La Suprema corte, ha invece ritenuto del tutto ”irrilevante” questo tipo di approfondimento investigativo dichiarato inammissibile il ricorso e rilevando che “è evidente che il reato è collegato alla condotta arrecante disturbo a prescindere da chi ne fosse stata la causa iniziale”, posto che il comportamento illecito è “comune a tutti i proprietari degli animali”. Questi, infatti, “pur consapevoli del fatto che solo uno dei loro cani abbaiava per primo di notte lasciavano che tutti gli altri, sollecitati dal primo, facessero altrettanto per emulazione”. Per gli ermellini, i giudici del merito hanno seguito un ragionamento “immune da vizi logici e giuridici”.

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