La nuova imposta comunale sugli immobili si fa in due: oltre al prelievo sul possesso, con aliquota da definire, è previsto che i Municipi incasseranno anche un tributo sulle compravendite che sarà del 3% sulle prime case e del 7% sulle seconde. Lo stabilisce l’ultimo testo sul Federalismo fiscale comunale che mercoledì sarà all’esame del Cdm. Novità in arrivo anche per la cedolare sugli affitti, che, su base volontaria, dal 2014 sarà secca al 25%.

Se la cedolare sugli affitti scatterà da gennaio, per conoscere l’aliquota dell’imposta municipale bisognerà attendere il 30 novembre e l’apposito decreto del ministro dell’Economia: l’unica certezza è che i Comuni potranno aumentare o diminuire il prelievo dello 0,3%, cioè del 3 per mille. Quanto alla Imu, sarà in due versioni. Per la prima si aspetterà il 2014: sarà pagata sul possesso degli immobili (escludendo le prime case) e anche sulle compravendite: in questo caso l’incasso, che finirà ai Comuni, sarà del 3% per le prime case e del 7% su tutti gli altri cespiti. Ci sarà poi una seconda Imu, “facoltativa”, che riunirà le attuali imposte sull’occupazione di suolo pubblico e sulle affissioni.

Ed ecco le altre novità contenute in una bozza del decreto legislativo che mercoledì approderà al Consiglio dei ministri.

Il Fondo e le imposte devolute
“Per realizzare in forma progressiva e territorialmente equilibrata – si legge nella bozza – la devoluzione ai Comuni del fisco sugli immobili è prevista la creazione di un fondo della durata di 5 anni. Sarà alimentato, attraverso meccanismi diversi, con alcuni tributi: di registro e bollo; ipotecaria e catastale; Irpef sui redditi fondiari (senza il reddito agrario); tributi speciali catastali; tasse ipotecarie; cedolare secca sugli affitti.

Compartecipazione lotta evasione
Tutto il maggior gettito incassato per l’iscrizione al catasto degli “immobili fantasma” andrà ai Comuni, mentre sale dal 33 al 50% la percentuale di “compartecipazione” sugli incassi della lotta all’evasione.

Cedolare affitti sì, ma su base volontaria
Dall’anno 2011 le imposte sugli affitti si potranno pagare con una “cedolare secca”. L’aliquota indicata nella bozza è del 25%, ma non sono esclusi ritocchi. Il nuovo tributo sarà volontario (per chi non ha reddito conviene ad esempio pagare il 23% dell’aliquota Irpef più bassa) e assorbirà anche le imposte di bollo e quelle di registro che si pagano sui contratti di locazione. Il versamento è previsto con le stesse date della dichiarazione dei redditi e, in base al testo, sarebbe dovuto un acconto dell’85% sul 2011 (probabilmente da pagare già a fine anno) e del 90% nel 2012. Dure sanzioni sono previste per chi dichiara importi inferiori al vero (non solo di paga di più ma viene considerata forfettariamente una durata di 4 anni) ma è anche stabilita un aliquota agevolata del 20% per i canoni agevolati nei comuni ad alta densita’ abitativa.

L’imposta municipale si fa in due
Non ci sarà una sola imposta municipale ma due. La prima è definita “imposta municipale propria”, la seconda “imposta municipale secondaria facoltativa”. La prima – della quale non viene indicata nella bozza nè la percentuale nè le detrazioni – deve essere decisa dal consiglio comunale entro il 30 novembre 2013 e si applicherà dal 2014. L’aliquota sarà decisa dal ministro dell’Economia entro il prossimo 30 novembre e i comuni potranno aumentare il prelievo dello 0,3%. Verrà pagata dai possessori di immobili e non si applica sulle prime case (pertinenze comprese). Di fatto sarà una sorta di “Ici seconda casa”, solo che si verserà in quattro rate: 31 marzo, 16 giugno, 30 settembre e 16 dicembre.

Tassa compravendite ai Comuni
A questa si aggiungerà una quota sui trasferimenti “tra vivi a titolo oneroso o gratuito, della proprietà di beni immobili”: il balzello in questo caso sarà del 3% per le prime case e del 7% sulle altre. Queste ultime aliquote potranno essere modificate dai comuni a partire dal 2017.

La “seconda” Imu facoltativa
C’è poi l’imposta municipale secondaria facoltativa. Servirà a sostituire la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, ma anche l’imposta sulla pubblicità e le pubbliche affissioni. Prima di essere applicata servirà una consultazione popolare e una delibera del consiglio. Si pagherà in base ai metri quadrati occupati e alla durata dell’occupazione. Come l’altra Imu sarà indeducibile dalle imposte sui redditi.

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